Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte ed invalidità nei paesi ad elevato tenore di vita. In Italia più del 40% della mortalità totale è riconducibile a cause cardiovascolari.
In questo corso verranno illustrate le più recenti evidenze cliniche e sperimentali nella comprensione della fisiopatologia e terapia in questa aree individuando alcune priorità nell’intervento preventivo che tengano conto non solo dei dati epidemiologici e clinici ma anche della unicità clinica del paziente cui l’intervento preventivo è rivolto.
La conoscenza degli strumenti che concorrono ad un approccio integrato al paziente, in considerazione della realtà delle cure e delle caratteristiche comuni alle patologie aterosclerotiche, può permettere un controllo del livello di rischio che può essere determinato sia dalla presenza di malattia CV clinicamente manifesta, sia dall’associazione di più fattori di rischio, sia dalla presenza di “danno d’organo”, sia dall’associazione tra eventi, fattori di rischio e danno d’organo tra loro variamente combinati.
L’ottimizzazione degli interventi preventivi deve essere realizzata e, soprattutto, sostenuta nel lungo periodo e deve essere integrata in un progetto globale di prevenzione e controllo della salute. Fondamentale è la conoscenza dello stato dell’arte nel controllo dei fattori di rischio nelle diverse aree mediche coinvolte. Per questo motivo è importante l’unitarietà di approccio da parte di tutte le figure professionali coinvolte nell’assistenza sanitaria al paziente. Infatti i pazienti ad alto rischio sono spesso seguiti da più medici contemporaneamente: MMG, internisti, antiipertensivologi, cardiologi, diabetologi, nefrologi, lipidologi ecc. e il coordinamento tra queste figure professionali risulta fondamentale per ottenere i migliori risultati ed utilizzare in modo razionale le risorse disponibili.
Appare quindi prioritario fornire alla Medicina Generale italiana un quadro di insieme del controllo dei fattori di rischio, uno strumento pratico per conoscere e affrontare globalmente la gestione della prevenzione CV nei soggetti ad alto rischio e, contemporaneamente, per porre le basi di una collaborazione più razionale ed efficace con gli specialisti.